Una breve bio

Neil Ellwood Peart, meglio noto come Neil Peart nasce a Hamilton il 12 settembre 1952. Primo di quattro fratelli, verso l’adolescenza si avvicina alla musica grazie all’acquisto di una radio. Dopo alcune lezioni di pianoforte, Neil si accorge della sua propensione per le percussioni. Riceve la sua prima batteria a quattordici anni, dopo un primo anno di studio con il solo uso delle bacchette e di un pad. Crescendo ha suonato in gruppi locali come Mumblin ‘Sumpthin’, The Majority e JR Flood. A diciotto anni si trasferisce a Londra per fare carriera come musicista, ottiene alcune collaborazioni, ma non abbastanza per pagarsi da vivere; infatti dopo diciotto mesi torna in Canada ed inizia a lavorare con il padre come rivenditore di componenti per trattori. Continua comunque a suonare prima con gli Hush, nei locali dell’Ontario, poi con i Rush per sostituire John Rutsey al fianco di Geddy Lee e Alex Lifeson. Rimane con il gruppo dal 1974 fino al 2015, anno in cui si ritira dal mondo della musica. Con i Rush ha pubblicato diciotto album, figurando anche come autore di quasi tutti i testi del gruppo, ispirandosi a scrittori come Tolkien e Ayn Rand, ma anche a situazioni di vita propria come la tragedia che lo vide coinvolto tra il 97 e il 98 in cui perse prima l’unica figlia e poi la moglie. Peart ha pubblicato anche dei video didattici, in particolare Anatomy of a Drum Solo del 2005 dove spiega come vengono costruiti i suoi famosi assoli e dei libri sia didattici che autobiografici sui suoi viaggi. Il batterista è entrato assieme ai Rush, nel 2013, nella Rock and Roll Hall of Fame. Inoltre sono diventati Ufficiali dell’Ordine del Canada, nel 1997, per il loro contributo a migliorare la consapevolezza della società sulla situazione dei meno fortunati. Neil è morto il 7 gennaio 2020 per un tumore al cervello.

Il video per te

Il consiglio

Pete Rose, il giocatore di baseball, costituisce un esempio di quanto il duro lavoro e l’attitudine possano superare il talento medio. Egli è il primo ad ammettere di non essere particolarmente dotato; ma ha compensato la mancanza di talento con il feroce desiderio di vincere e la scrupolosa preparazione. Come risultato, ha accumulato più punti di qualunque altro.

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